Terra

NOTA DELLA DIREZIONE

L‘articolo che segue è una sintesi della relazione di Mario Mancini, direttore editoriale di Sosta e Ripresa, prevista per domani, 23 ottobre,   alla giornata di studi impromtata sulle tematiche dell’inquinamento ambientale e sociale che concluderà la Biennale di Viterbo Arte Contemporanea. Le nuove disposizioni relative al contrasto della pandemia del Covid-19 hanno imposto che la giornata,  nei locali della parrocchia dei santi Ilario e Valentino nel quartiere Villanova di Viterbo, si svolga senza la presenza di pubblico, e possa essere seguito solo in streaming all’indirizzo http://meet.google.com/otu-ftop-cup

 Sosta e Ripresa cercherà, comunque, di documentare per quanto possibile l’avvenimento per i propri lettori. Anche in quest’ottica ritiene di fornire ai lettori che oltre a non poter partecipare non abbiano modo di collegarsi via streaming l’articolo di Mancini, che lo ha appositamente preparato a questo scopo. Nel pezzo sono indicate le immagini a corredo del testo che potranno aiutare una migliore comprensione delle parti più tecniche.

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L’immagine del pianeta Terra che mi affascina è questa a forma di cuore (fig 1).

Terra

La Terra è un organismo vivente, che vibra, che palpita, che vive, che si evolve, che respira. Che respira, sì: senza l’aria la Terra sarebbe un sasso morto.

Il tema del cambiamento climatico sembra essere passato in secondo piano rispetto alla pandemia, tuttavia tornerà presto e con forza sempre crescente di attualità man mano che il covid-19 sarà debellato: il cambiamento climatico non sarà debellato.

Come giornale ci siamo in passato già interessati del fenomeno, tra l’altro pubblicando gli atti del seminario “Acqua e inquinamento dell’informazione” svoltosi nell’Aula Magna 4 anni fa con i crediti dell’ordine dei giornalisti, dell’ordine degli ingegneri e dell’ordine dei geologi. Il volume è a disposizione dei presenti. In quattro anni non c’è traccia non solo di una soluzione, ma nemmeno dell’affrontare il problema.

Non sono un esperto di meteorologia, per cui i vari discorsi su alluvioni, bombe d’acqua, uragani, siccità, ondate di caldo, ondate di freddo, mi lasciano perplesso: da quando ero bambino, quasi 80 anni fa, sento dire dagli anziani: “non piove più come una volta”, “le stagioni non sono più le stesse”, “non ha mai fatto così caldo” o “non ha mai fatto così freddo”. Probabilmente anche Noè deve aver detto “non ha mai piovuto così”. Come geofisico mi baso sulle misure e sui numeri. Per questo ho voluto, per questa occasione, addentrarmi in una piccola ricerca anche nel campo meteorologico. A Viterbo, in Via Marconi c’è un palazzo che è chiamato del Genio Civile, sulla terrazza del palazzo c’è una centralina meteorologica che dal 1919 registra i dati della pioggia. Ho voluto documentare con i numeri quello che in 100 anni poteva essere stato il cambiamento. I dati ottenuti hanno smentito l’impressione che io avevo di una diminuzione sul lungo periodo della piovosità a Viterbo.

Piovosità in mm
Piovosità in mm. Fig. 2

Questi sono i dati riportati in un grafico (figura 2) con la pioggia espressa in millimetri (mm) di precipitazione per ogni anno. Negli anni di dati mancanti per Viterbo ho integrato con quelli di Vetralla (la stazione più congruente con Viterbo); per gli anni intorno al 2000 non sono riuscito a reperire né quelli cartacei né quelli informatizzati. A parte le variazioni annuali, non c’è traccia di un andamento ben delineato nel corso dei 100 anni di misure; a parte un aumento medio nei decenni 1960 – 70. Un’altra osservazione che si può fare è invece l’aumento di escursione annuale visibile dopo il 2000 con dei picchi di 600 mm da un anno all’altro.

L’atmosfera permette una certa conservazione del calore solare durante la notte che rende possibile la vita sulla Terra.

Fig. 3/4

Le figg 3 e 4 mostrano la composizione dell’atmosfera con la percentuale dei vari elementi. È stato misurato a scala mondiale che la temperatura media negli ultimi 70 anni è cresciuta di 0,76 gradi centigradi:

Fig. 5

di questi 0,76 ben 0,5 solo negli ultimi 20 anni con una brusca accelerazione come si vede nella figura 6.

Cosa sono 5 decimi di grado? A parte che il grafico non mostra un andamento lineare, ma con alti e bassi, ed ad ogni basso i negazionisti danno voce al loro scetticismo. 5 decimi di grado significa che, per il 2100 l’aumento medio di temperatura globale sarà maggiore o uguale a 2°, il valore che il Protocollo di Kyoto del 1999 voleva scongiurare.

Ma quali sono le cause di questo riscaldamento?

Solar Cycle Variations
Figura 7

La temperatura dell’atmosfera dipende principalmente dal Sole; anche il sole ha i suoi cicli di maggiore e minore attività, ma paragonati con l’andamento delle temperature non ne giustificano l’aumento (fig 7).

Effetto serra
Effetto serra

Qui entra in scena l’albedo che è quel meccanismo per cui una parte del calore irraggiato dal Sole viene riflesso dalla superficie terrestre nello spazio, minore è l’albedo, cioè la frazione di energia solare riflessa nello spazio, maggiore è la temperatura dell’atmosfera (fig 8).

L’albedo varia secondo delle condizioni della superficie terrestre, per esempio: deserti e neve aumentano l’albedo (riflettono una maggiore quantità di energia), mentre il mare e le foreste la abbassano.

Fig. 4

Anche la composizione dell’atmosfera influisce sull’albedo perchè alcuni gas hanno la proprietà di effetto serra (fig 4) permettendo l’entrata della radiazione solare, mentre ostacolano la radiazione infrarossa riflessa dalla superficie terrestre che ha una lunghezza d’onda maggiore di quella entrante .

I principali gas serra (fig 4)sono:

– Vapor d’acqua, che viene sottratto facilmente dall’atmosfera come pioggia. La concentrazione varia da 0 a 4%

– Anidride carbonica, viene sottratta dall’azione delle piante mentre il 50% viene assorbito dal mare, la concentrazione di CO2 nell’aria e nel mare rimangono in un equilibrio dinamico, le emissioni vulcaniche sono la principale sorgente di CO2 che viene poi fissata come materia organica da piante e animali. Nel corso di milioni di anni una parte della CO2 organica è stata fissata in formazioni geologiche come le rocce carbonatiche o in particolari condizioni, sotto forma di depositi carboniosi solidi, fluidi o gassosi. Di queste ultime, come gli scisti bituminosi dell’Alberta (Canada) risalgono a quasi 1\2 miliardo di anni fa. Nell’ultimo periodo geologico interglaciale, quello attuale, la concentrazione di CO2 è rimasta relativamente stabile per via di un equilibrio dinamico tra quella prodotta da vulcani e decadimento di animali e piante e quella invece fissata da animali e piante. Il mare si comporta da volano: aumentando la concentrazione nell’aria una parte si trasferisce nel mare; l’aumento della temperatura degli oceani sposta CO2 dal mare all’atmosfera. Per quanto concerne la persistenza media della CO2 in atmosfera: tra i 50 e i 200 anni

– Metano, CH4, effetto > 30 dell’anidride carbonica, ma ha una persistenza media inferiore, Viene prodotto dalla decomposizione della materia organica in assenza di aria (= ossigeno)

– Protossido di azoto NO2, effetto > 300 della CO2, prodotto da processi microbiologici; persistenza media 100 anni. La concentrazione è cresciuta enormemente dal periodo preindustriale

– Alocarburi, effetto migliaia di volte > della CO2. Prodotto dall’uomo. È stato bandito il tipo di alocarburo responsabile del buco dell’ozono, ma quelli che l’hanno sostituito hanno un effetto sull’albedo ancora maggiore; la persistenza media è superiore ai 400 anni

– Ozono, anche l’ozono è un gas serra, con la riduzione del buco dell’ozono aumenta l’effetto serra

Fig. 9/10

Nelle figure 9 e 10 è illustrato l’aumento di CO2 fino a maggio 2020: il lockdown non ha avuto alcun effetto duraturo sulla diminuzione della CO2. Il livello pre-industriale di circa 278 parti per milione (ppm) ha rappresentato un equilibrio tra l’atmosfera, gli oceani e la biosfera per gli ultimi millenni della storia umana.

Figura 11

Questo equilibrio si è rotto nell’ultimo secolo (fig 11). Certamente l’innalzamento della temperatura comporta la migrazione delle fasce climatiche verso i poli, l’aridità nelle regioni temperate e l’aumento del vapor acqueo nell’atmosfera, il cambiamento delle correnti a getto della stratosfera e l’estremizzazione degli eventi atmosferici.

Ma l’evento più destabilizzante e già documentato nel passato sarà l’innalzamento del livello marino. Sappiamo dalla storia geologica della terra che durante l’ultimo periodo caldo (+ 1°) della Terra, avvenuto 125.000 anni fa, i livelli del mare erano 10 metri più alti dei livelli attuali fa per effetto dello scioglimento delle calotte glaciali dell’Antartide e della Groenlandia e dei ghiacciai montani (fig 13).

Italia
Figura 13

Si stima che entro il 2025 il livello di CO2 arriverà a 427 ppm. Questi livelli di CO2  si sono avuti tra 2 e 4,6 milioni di anni fa, e tra 15-20 milioni di anni. La temperatura arrivava fino a + 4° C dell’attuale ed il livello di mare a + 60 m (fig 13). Tutti questi fenomeni si vanno accelerando per un fenomeno di reazione a catena. Uno l’abbiamo già visto è lo scioglimento delle banchise di ghiaccio e della superficie della coltre nevosa, ma è lo scioglimento dei terreni permanentemente gelati dei territori intorno all’Oceano Artico che liberano enormi quantità di CO2 e di Metano CH4 per l’alterazione dei resti organici intrappolati da centomila anni nel terreno gelato (fig 12): fenomeni innescati e non più controllabili dall’attività umana che accelerano l’effetto serra.

Fig. 12

Il protocollo di Kyoto del 1997 aveva posto l’obiettivo di fermare la crescita della temperatura a 1,5-2° C e per far questo bloccare le emissioni di CO2 generate dall’uomo. Purtroppo non solo il limite dei 2° non impedirà l’innalzamento marino di oltre 10 m, ma già con l’attuale concentrazione di CO2 non è più possibile fermare l’innalzamento di temperatura. Per essere chiari se da subito si fermasse la produzione di gas serra, la sola componente gassosa liberata dal permafrost è già paragonabile a quella prodotta dall’attività umana. Ma se anche la concentrazione di CO2 rimanesse ai livelli attuali continuerebbe il progressivo aumento della temperatura. In una visione realistica, purtroppo, l’aumento di temperatura sarà ancora di più accelerato perché non sembra che la produzione di gas serra sia destinata ad avere una significativa riduzione. Anche perché la richiesta di energia continua a crescere e le fonti cosiddette rinnovabili non viene detto che diminuiscano l’effetto serra. Per esempio l’energia prodotta dalle biomasse genera, a parità di calorie prodotte, molta più CO2 delle fonti fossili. Nessuno ha calcolato quanta CO2 viene prodotta per costruire e smantellare i pannelli solari (che fine fanno?) o le pale eoliche. Tutti i tipi di energia solare hanno proprio lo scopo di catturare tutta l’energia solare in ingresso abbassando l’albedo. L’energia geotermica libera enormi quantità di CO2 intrappolati con i fluidi caldi.

Anche l’idrogeno, come fonte di energia alternativa, ha le sue controindicazioni. A parte il processo produttivo, estrarre l’H dall’acqua significa liberare O2 che è l’ossidante per antonomasia, l’invecchiamento di ogni cosa; ed è quello che favorisce gli incendi: l’effetto camera iperbarica.

Torniamo al pianeta terra: in origine il Creatore l’aveva affidato all’uomo: Genesi 1 26-28

26 E Dio disse: «Facciamo l’uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra».

27 Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò.

28 Dio li benedisse e disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente, che striscia sulla terra».

Questo dominio si è interrotto col peccato originale e fino ad oggi, come dice S Paolo nella lettera ai Romani 8,19-22:

19 La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio; 20 essa infatti è stata sottomessa alla caducità – non per suo volere, ma per volere di colui che l’ha sottomessa – e nutre la speranza 21 di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione…22 Sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto;

Un particolare che mi ha sempre colpito è che il lavoro non è la punizione data da Dio all’uomo come conseguenza del peccato originale; la punizione è la fatica che accompagna questo lavoro. In origine con l’affidamento del Creato e delle creature all’uomo era affidato un lavoro senza sudore.

L’ideologia del mondo sviluppato si è orientata progressivamente verso il consumismo sempre più spinto. Con una accelerazione dopo che il “capitalismo” ha trionfato sul comunismo. Negli anni ’90, col il crollo dei regimi totalitari euro-siatici il consumismo, insieme alla finanza sregolata  hanno caratterizzato la globalizzazione impregnando il Mondo di un materialismo edonista, egoistico e individualista. Dal punto di vista economico sembra che il mondo globalizzato stia procedendo verso un progressivo aumento numerico dei meno abbienti e della loro povertà, ed una diminuzione dei ricchi ma sempre più ricchi: le garanzie socio-economiche dei nostri paesi vengono erose.

La Chiesa, da sempre, ma con crescente consapevolezza a partire dal Concilio Vaticano II, ha cercato di richiamare i fedeli e tutti gli uomini di buona volontà a un umanesimo più consapevole, più aperto agli altri, più moderato nei costumi e nei consumi. Sempre più spesso i pontefici negli ultimi 50 anni fanno appello ad un “nuovo stile di vita”. Questa espressione si trova già nella Populorum Progressio (1967) di san  Paolo VI. Si ritrova nella Centesimus annus (1991) di san Giovanni Paolo II, viene ripetuta nella Caritas in veritate (2009) di Benedetto XVI che critica espressamente la speculazione della finanza. La riprende ancora la Laudato sì (2015) di papa Francesco che apertamente denuncia il “consumismo ossessivo” (203) come un pericolo per la vita stessa del pianeta.

Papa Francesco dedica proprio questa enciclica prevalentemente all’argomento del Creato ed alle problematiche ambientali. Giustamente rimarca (§ 106) “… il falso presupposto che esiste una quantità illimitata di energia e di mezzi utilizzabili, che la loro immediata rigenerazione è possibile e che gli effetti negativi delle manipolazioni della natura possano essere facilmente assorbiti”. Parole profetiche scritte giusto 5 anni fa. Nella stessa Enciclica tocca tutti i punti che abbiamo visto fino ad addentrarsi nei particolari di una sana raccolta differenziata! Per il Papa (§139) ”Non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale.” Tutta l’Enciclica è un continuo richiamo a nuovi stili di vita.

Parallelamente a questo degrado, un diabolico disegno di scollamento dei valori cristiani cerca di affermarsi nella stessa legislazione degli Stati più sviluppati. Nei Paesi di prima evangelizzazione la pratica della religione cristiana (non solo cattolica) si è ridotta drasticamente, ma anche i fedeli e spesso anche i laici impegnati conducono uno stile di vita assolutamente conforme al consumismo imperante. È ammirevole l’impegno di tanti credenti nel campo pastorale, assistenziale, del volontariato e nell’attenzione alla custodia del creato, ma nel privato prevalgono i modelli consumistici imperanti in società. Al di fuori del loro impegno ecclesiale i credenti sono per lo più mimetizzati nel comportamento generale.

È possibile un nuovo stile di vita che unisca delle comunità di Laici, di famiglie che vivano al di fuori della logica del consumismo e dell’alienante individualismo? È possibile ripetere le esaltanti esperienze delle prime comunità Cristiane, come descritto nella “Lettera a Diogneto” o da Tertulliano, dove l’amore tra i cristiani era una realtà che “colpiva” i pagani?

Esiste un modello diverso in tante comunità associative di vita in comune. Forse quella più strutturata è la realtà di Nomadelfia, ma è un’esperienza datata perché nata nel secolo scorso in un contesto agricolo, come era la società prevalente a quel tempo. Ma c’è già un tentativo di tradurre quell’esperienza in un ambito cittadino. Il cambiamento climatico è già arrivato, aumenterà sempre più velocemente con conseguenze “bibliche”. Speriamo che da questa catastrofe l’uomo possa imparare un modo nuovo di relazionarsi con il creato e con i suoi simili. È questo che vogliamo chiamare nuovi stili di vita. Il paradigma di questo nuovo approccio lo prendiamo dalla diffusione delle auto elettriche che vengono incoraggiate come rimedio contro la produzione di CO2. Certo non producono CO2 ma se l’elettricità che le ricarica è prodotta da una centrale a … idrocarburi dov’è il rimedio? Il rimedio sta nel fatto che una unica centrale ha un rendimento infinitamente superiore a tanti piccoli motori. Questo è il principio della condivisione per concentrare i servizi essenziali in una comunità, possibile se si supera l’individualismo per tornare a vivere come una comunità che mette in comune risorse e servizi. È l’idea delle prime comunità cristiane, è l’idea del monachesimo occidentale, è l’idea delle comunità assediate o comunque sotto grave stress, è l’idea dei kolkoz, dei kibbuz, è l’idea di Nomadelfia, è lo stile di vita delle comunità genuine non ancora travolte dal consumismo e dall’individualismo egoistico.

In una comunità di condivisione diverse famiglie vivendo nella propria casa condividono tutti i servizi: pasti, scuola, assistenza, ricreazione. All’interno della comunità condivisa il costo dei consumi viene drasticamente abbattuto, la disoccupazione non si conosce (il problema del Lavoro è la retribuzione: la busta paga) chi vuole lavorare all’interno della Comunità viene retribuito con i servizi: il lavoro diventa la realizzazione di sè stessi.

Comunità di condivisione, come i centri sociali, o i kolkoz, o i cibbuz, hanno alla radice una motivazione ideologica o sociale, invece, in ambito religioso, il collante è la carità cristiana che genera l’ammirazione e l’emulazione. Anche persone non cattoliche potrebbero sperimentare il calore di una comunità che li fa sentire una unica famiglia.

Oggi va di moda lo slogan “Chiesa in uscita” e tale progetto sembra esattamente il contrario. Non bisogna pensare che le stesse strategie siano valide a tutte le latitudini ed in tutti i contesti: per respirare i polmoni devono alternativamente aprirsi e chiudersi. I benpensanti sanno che un arresto della spirale consumistica comporterebbe il collasso di tutto il sistema, un ritorno all’età delle caverne o giù di lì. La possibilità del collasso per implosione è ben presente nella società contemporanea, finora evocata in occasione di crisi finanziarie, bolle speculative, incertezze di approvvigionamento di risorse. Oggi va di moda lo slogan “Chiesa in uscita” e tale progetto sembra esattamente il contrario. Non bisogna pensare che le stesse strategie siano valide a tutte le latitudini ed in tutti i contesti: per respirare i polmoni devono alternativamente aprirsi e chiudersi. I benpensanti sanno che un arresto della spirale consumistica comporterebbe il collasso di tutto il sistema, un ritorno all’età delle caverne o giù di lì. La possibilità del collasso per implosione è ben presente nella società contemporanea, finora evocato in occasione di crisi finanziarie, bolle speculative, incertezze di approvvigionamento di risorse.

Sorprendentemente (ma nemmeno tanto) un nuovo più devastante colpo è venuto da un infinitesimale virus che ha sconvolto e contraddetto tutte le certezze sociali del pianeta.  Invece dal punto di vista religioso il pericolo non esiste: le persone disposte a rinunciare alla proprietà privata – valore secondario rispetto a quello primario della destinazione universale dei beni della Terra come afferma l’intera Dottrina sociale della Chiesa e come ha esplicitamente sottolineato Papa Francesco nella Fratelli tutti – per una vocazione spirituale son sempre state una minoranza che non ha influito “economicamente” nella società, ma ha avuto un impatto determinante sulla vita religiosa e morale. È come il sale della terra o la luce del mondo: a cominciare dalla comunità apostolica, alle esperienze eremitiche, alle abbazie, agli ordini mendicanti.

Sugli argomenti dei quali questa esposizione ha trattato, importanti indicazioni ci viene dall’ultima enciclica di Papa Francesco, la Fratelli tutti. Ne riportiamo solo alcuni, anche con citazioni che il Papa fa di suoi precedenti interventi.

Fratelli tutti, Enciclica Papa Francesco
Fratelli tutti

Dalla Fratelli tutti:

8. Desidero tanto che, in questo tempo che ci è dato di vivere, riconoscendo la dignità di ogni persona umana, possiamo far rinascere tra tutti un’aspirazione mondiale alla fraternità. Tra tutti: «Ecco un bellissimo segreto per sognare e rendere la nostra vita una bella avventura. Nessuno può affrontare la vita in modo isolato […]. C’è bisogno di una comunità che ci sostenga, che ci aiuti e nella quale ci aiutiamo a vicenda a guardare avanti. Com’è importante sognare insieme! […] Da soli si rischia di avere dei miraggi, per cui vedi quello che non c’è; i sogni si costruiscono insieme».[6] Sogniamo come un’unica umanità, come viandanti fatti della stessa carne umana, come figli di questa stessa terra che ospita tutti noi, ciascuno con la ricchezza della sua fede o delle sue convinzioni, ciascuno con la propria voce, tutti fratelli!

[6] Discorso nell’Incontro ecumenico e interreligioso con i giovani, Skopje – Macedonia del Nord (7 maggio 2019): L’Osservatore Romano, 9 maggio 2019, p. 9.

19. La mancanza di figli, che provoca un invecchiamento della popolazione, insieme all’abbandono delle persone anziane a una dolorosa solitudine, afferma implicitamente che tutto finisce con noi, che contano solo i nostri interessi individuali. Così, «oggetto di scarto non sono solo il cibo o i beni superflui, ma spesso gli stessi esseri umani».[14]

[14] Discorso al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede(13 gennaio 2014): Acta Apostolicae Sedis 106 (2014), 83-84.

Abbiamo visto quello che è successo agli anziani in alcuni luoghi del mondo a causa del coronavirus. Non dovevano morire così. Ma in realtà qualcosa di simile era già accaduto a motivo delle ondate di calore e in altre circostanze: crudelmente scartati. Non ci rendiamo conto che isolare le persone anziane e abbandonarle a carico di altri senza un adeguato e premuroso accompagnamento della famiglia, mutila e impoverisce la famiglia stessa. Inoltre, finisce per privare i giovani del necessario contatto con le loro radici e con una saggezza che la gioventù da sola non può raggiungere.

Il dolore, l’incertezza, il timore e la consapevolezza dei propri limiti che la pandemia ha suscitato, fanno risuonare l’appello a ripensare i nostri stili di vita, le nostre relazioni, l’organizzazione delle nostre società e soprattutto il senso della nostra esistenza.

34. Se tutto è connesso, è difficile pensare che questo disastro mondiale non sia in rapporto con il nostro modo di porci rispetto alla realtà, pretendendo di essere padroni assoluti della propria vita e di tutto ciò che esiste. Non voglio dire che si tratta di una sorta di castigo divino. E neppure basterebbe affermare che il danno causato alla natura alla fine chiede il conto dei nostri soprusi. È la realtà stessa che geme e si ribella.

Tommasa Alfieri
Tommasa Alfieri

Scriveva la nostra fondatrice:

“Il mondo da salvare dalla corruzione. Il mondo al quale rivelare l’unico sapore. Il mondo davanti al quale far splendere la luce perché alzi gli occhi e scopra il Padre da lodare e da benedire… Voi…, tocca a voi.

Che miseria, guardandoci, confrontandoci a questo mandato con i nostri compromessi e adattamenti, con il nostro Cristianesimo scipito e senza rilievo, con il semi-ombra o semi-luce della nostra vita!

Sale nella mano del Cristo perché egli lo possa spargere per impedire la corruzione o combatterla.

Sale perché lo possa diffondere per rivelare al mondo il sapore delle cose del cielo.

Lucerna nella mano del Cristo perché egli la possa mettere sul candeliere nella vita di ogni giorno per far luce a quelli di casa…

Noi nella mano del Signore perché possa servirsi di noi, cui ha dato tutto sé stesso…

Quest’obbligo di testimonianza, vicino a lui non fa più paura…commuove. Di noi, Signore, ti vuoi servire?!

Allora sii tu il mio sale e la mia luce”

Da: Tommasa Alfieri: “Uno sguardo che accarezza la memoria” 2010

Ed. Amici della Familia Christi

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